RU486: LA PILLOLA KILLER

http://www.youtube.com/watch?v=J8uqAAmwAQo

 

Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’autorizzazione all’immissione in commercio, il 10 dicembre 2009 la RU486 entra a far parte dei farmaci utilizzati in Italia. Per avere qualche informazione precisa e corretta ci rifacciamo ad alcuni scritti a firma della Professoressa Assuntina Morresi, Docente presso l’Università di Perugia di Chimica Fisica Avanzata e Chimica Fisica delle Biomolecole, componente del Comitato Nazionale per la Bioetica, Consulente AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) ed autrice di numerosissime pubblicazioni.

“Dopo anni di dibattito pubblico, ancora oggi nella gran parte dei cosiddetti grandi media il metodo abortivo farmacologico è spacciato come facile, più sicuro e meno doloroso di quello chirurgico, in barba a tutte le evidenze scientifiche e di pratica clinica. Le morti delle donne dopo l’assunzione dei farmaci abortivi vendono ignorate, sottovalutate o addirittura negate. Continuiamo a sentirci ripetere che altrove la Ru486 si usa tranquillamente da vent’anni, senza però che sia detto che in quegli stessi Paesi dov’è più diffusa – Francia, Gran Bretagna e Svezia, gli unici con percentuale di uso a due cifre – la situazione è di allarme sociale, e non solo per le morti: i numeri degli aborti sono costanti ed elevati, da tempo, o continuano ad aumentare, con un’incidenza sempre più alta fra le minorenni. Non si capisce, francamente, cosa avremmo da imitare, almeno in questo ambito. Dovrebbe accadere piuttosto il contrario (fermo restando che anche un solo aborto è di troppo, e che neppure i nostri numeri, migliori di quelli di altri Paesi, possono tranquillizzarci)”. A. Morresi in Avvenire 10 giugno 2012: Dietro gli slogan la banalizzazione di un dramma.

“Interessante il fuori onda dell’Intellettuale di Sinistra, che dopo aver tuonato – pubblicamente – in difesa dell’autodeterminazione della donna e a favore della Ru486, confessa – privatamente – che certo che si è informato, l’aborto con la Ru486 è angosciante, orribile, e se sua figlia proprio lo volesse scegliere <glielo farei fare in ospedale, sei matta, farla stare a casa da sola in quelle condizioni?>.

E che dire della Femminista Famosa che dopo aver versato fiumi di inchiostro per difendere la pillola abortiva ammette – rigorosamente in privato – che l’aborto a domicilio con la Ru486 va contro il principio fondante della 194, che vuole che gli aborti siano considerati un problema sociale, e non un fatto privato delle donne?

Per non parlare dei Ginecologi che l’Hanno Usata in questi anni, e che dopo aver rassicurato in pubblico che «è tutto sotto controllo anche se le donne vanno a casa», a tu per tu confessano di non sapere quando le donne «hanno avuto l’espulsione», perché, se le donne vanno a casa, come fanno i medici poi a sapere quando, dove e come abortiscono?

Ci sono poi altri Dottori Importanti che Hanno Fatto Carriera che a bassa voce, così li senti solo tu, dicono che quello con la Ru486 è un «metodo schifoso», e che nessuno sano di mente lo consiglierebbe, ma in pubblico assicurano che in Europa questa pillola la usano da anni, senza problemi, e in Italia i ‘paletti’ messi dall’Aifa rendono minimi i rischi”. A. Morresi in Avvenire 17 dicembre 2009: “Fuori onda” sulla RU486: quello che si pensa ma non si dice.

Anche sul sito del quotidiano “la Repubblica” (aggiornato il 19 ottobre 2009) vi è un articolo in cui si parla di RU486. Il paragrafo intitolato “I suoi effetti” così conclude: In pratica gli effetti collaterali ci sono, ma sono minori rispetto all’aborto chirurgico”.

La morte, quindi, diventa "effetto collaterale".

http://www.youtube.com/watch?v=4TVfVWYuBNI

“Oramai non fanno più notizia, come se fosse normale che ogni tanto qualche donna muoia per aborto farmacologico, e "dimentica" che con questo tipo di procedura si muore di più che con l'aborto chirurgico. La pillola abortiva, infatti, si assume entro le prime sette (o nove, in alcuni Paesi) settimane di gravidanza, e il paragone della mortalità va fatto con aborti chirurgici effettuati nello stesso periodo, perché un intervento abortivo è più pericoloso con l'avanzare della gravidanza. La mortalità dopo un aborto entro i primi due mesi di gestazione è da sette a dieci volte maggiore con la Ru486, rispetto a quella registrata nello stesso periodo, dopo aborto chirurgico”. A. Morresi in Avvenire 22 marzo 2012: Aborto “dolce”? La RU 486 continua a uccidere.

http://www.youtube.com/watch?v=soS9d3r7Kts

 Ma la RU486 è un farmaco? Per definizione, il farmaco “è una sostanza in grado di modificare una o più funzioni dell'organismo ed è usato in genere per curare o per prevenire le malattie” (www.angelini.it). Domanda: Da quando la gravidanza è una “malattia” da prevenire o da curare? 

 

 



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